henryluise

Tuesday, February 12, 2008

obiettori

ZCZC0443/SXBWAW20209R CRO S0B S04 R46 QBXBSANITA':L'OBIEZIONE DI COSCIENZA NELLE PROFESSIONI SANITARIE(V. ''SANITA': OBIEZIONE COSCIENZA..'' DELLE 15,23) (ANSA) - ROMA, 12 FEB - L'obiezione di coscienza in campo medico-sanitario rappresenta, come dimostra l'articolo contenuto nel nuovo codice deontologico degli infermieri, una delle questioni piu' delicate del diritto e dell'etica sanitaria. A regolamentata in modo specifico c'e' la legge 194 del 1978 sull'interruzione di gravidanza. La norma, all'articolo 9, consente a ''personale sanitario ed esercente le attivita' ausiliarie'', quindi ai medici, ma anche agli altri operatori sanitari, di ''non prendere parte alle procedure e agli interventi per l'interruzione di gravidanza'', sollevando ''obiezione di coscienza'', attraverso una dichiarazione che ha effetto dopo un mese dalla sua presentazione. La normativa prevede pero' che venga comunque garantita ''l'assistenza antecedente e conseguente l'intervento'' e obbliga ''enti ospedalieri e case di cura autorizzate'' ad ''assicurare l'espletamento delle procedure'' e ''l'effettuazione degli interventi di interruzioni di gravidanza''.MEDICI: gli ordini dei medici hanno recepito le disposizioni della legge sull'aborto nelle stesure successive del codice di deontologia medica. Nell'ultimo aggiornamento, del 16 dicembre 2006, all'articolo 43 sull'interruzione di gravidanza si legge: ''L'obiezione di coscienza del medico si esprime nell'ambito e nei limiti della legge e non esime dagli obblighi e dai doveri inerenti alla relazione di cura nei confronti della donna''.INFERMIERI: gia' il codice deontologico del 1999 prevedeva l'obiezione di coscienza per la categoria all'articolo 2.5, che e' stato integrato nella nuova bozza presentata oggi dal dovere di farsi ''garante delle prestazioni necessarie per l'incolumita' e la vita dell'assistito''. Questo articolo non delimita pero' esplicitamente l'ambito all'interruzione di gravidanza.FARMACISTI: l'obiezione di coscienza non e' prevista dalla legge e non e' contemplata nemmeno nel codice deontologico della categoria del 1996. Il problema e' stato pero' sollevato lo scorso ottobre dai farmacisti cattolici dopo la presa di posizione del Papa (l'obiezione di coscienza dei farmacisti e' un ''diritto riconosciuto'', aveva detto Benedetto XVI nel corso dell'udienza ai farmacisti cattolici, quando si tratti di fornire medicine ''che abbiano scopi chiaramente immorali, come per esempio l'aborto e l'eutanasia''). (ANSA).

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