alla strage di erba. i funerali
ERBA (COMO), 22 GEN - Il minuto di raccoglimento si dilata nel silenzio assoluto. Ne trascorrono tre, quattro. Fino a quando dalla vicina prepositurale arriva il suono delle campane. Non e' un rintocco funebre - nessun addio cattolico per Raffaella e il suo bambino - e' l'orologio del campanile che batte le 11. Ma quel rumore di chiesa addolcisce l'atmosfera. In tanti si fanno il segno della croce, mentre altri invocano 'Allah e' grande'. Prima di lasciare per sempre l'Italia, Raffaella Castagna e il figlio di due anni e 3 mesi Youssef, due delle vittime della strage dell'11 dicembre, hanno ricevuto il saluto di Erba, l' ultimo. Stasera le salme giungono a Tunisi e domani saranno celebrati i funerali col rito islamico. A Erba, la citta' dove la giovane donna, sposata ad un tunisino e convertita all'Islam, era nata e cresciuta in una cattolicissima famiglia brianzola, per un momento si sono trovate fianco a fianco, mischiate le une alle altre, due culture e due religioni. Il saluto, voluto da papa' Carlo Castagna nel cortile del municipio, e' stato infatti scandito anche dalla comunita' islamica. Sono stati alcuni musulmani a portare a spalle le bare, a circondare i feretri come una specie di servizio d'ordine, a cadenzare i discorsi del sindaco, di Carlo Castagna, il battimani degli erbesi, con le grida 'Allah Ekbar', 'Allah e' grande'. Preghiere silenziose e invocazioni dal Corano. ''Quello che e' successo deve servire come una prova - ha detto il portavoce della comunita' islamica comasca Sawfat El Sisi - speriamo che tutti capiscano che bisogna vivere insieme''. ''La convivenza civile si basa su leggi che tutti devono rispettare e soprattutto sul rispetto della vita di ogni uomo - aveva detto poco prima il sindaco di Erba, Enrico Ghione - Dopo questo saluto straziante e' pero' il momento del silenzio e della riflessione''. Sono le 10,30 quando le due bare arrivano a Erba, nel cortile del municipio che si trova proprio davanti la chiesa di Santa Maria Nascente, dove dieci giorni prima sono stati celebrati i funerali di Paola Galli, mamma di Raffaella. Da ore sono stati sistemati i catafalchi sopra i tappeti. E' pronto il gonfalone, e' pronto il sindaco con la fascia tricolore, c'e' la giunta. Lentamente, sotto la pioggia, si accalcano i concittadini. L'arrivo delle salme dall'obitorio e' previsto per tra le 9 e le 9,30. Ma a quell'ora a Como sono ancora in corso i preparativi delle salme, secondo il rito islamico. Il lavaggio e poi la vestizione dei corpi in sette teli. ''E' molto piu' delicato del solito - spiega Sawfat - e' passato troppo tempo dalla morte''. I responsabili dell'agenzia funebre di Milano, specializzata in trasporti funebri con la Tunisia, tentano inutilmente di mettere fretta. Le salme devono assolutamente arrivare a Malpensa per le 12. Altrimenti non c'e' tempo per le pratiche di imbarco sul volo TunisAir delle 17. Finalmente le bare vengono chiuse. Quella di Youssef non e' bianca come si usa in genere per i bambini. Azouz Marzouk, il papa' tunisino gia' da un paio di giorni al suo paese, l'ha voluta di legno chiaro. Un imam recita una preghiera e si parte per Erba, due carri funebri scortati dalla polizia. E qui la commozione e' incontenibile. Ci sono i familiari di Raffaella, il padre Carlo accanto il sindaco, dietro i fratelli, molti colleghi di lavoro della giovane donna, che piangono ininterrottamente. L'atmosfera di raccoglimento si diluisce nelle invocazioni della comunita' islamica che considera chiaramente suoi quei morti. Poi parla Carlo Castagna. E' un papa' che ricorda la sua bella, dolce, decisa Raffaella. E' un nonno che racconta il suo piccolo Youssef, al quale piaceva giocare con i carrelli elevatori e salire sempre piu' un alto. ''Mi consola sapere che sono con Dio..'', e si ferma con esitazione. ''Un Dio cristiano, islamico - riprende - l'importante e' continuare nel cammino di fraternita' e di comprensione di cui il mondo ha bisogno''. (ANSA).
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