henryluise

Monday, January 22, 2007

pierre

CITTA' DEL VATICANO, 22 gen - La notizia della morte dell'Abbe' Pierre e' arrivata in Vaticano di mattina presto. Come sempre avviene per i fatti piu' rilevanti, i collaboratori del Papa in mattinata lo hanno informato della scomparsa, mentre la Radio Vaticana ne dava un primo resoconto nel radio-giornale delle otto, riferendo che il fondatore di Emmaus si era spento all'eta' di 94 anni in un ospedale vicino a Parigi. ''Commozione in Francia e nel mondo per la scomparsa dell'Abbe' Pierre e fondatore della Comunita' di Emmaus che da 60 anni accoglie e assiste i piu' poveri di ogni parte del mondo'' titolava un piu' ampio servizio andato in onda successivamente sull'emittente vaticana. Vista pero' la rilevanza internazionale di questo personaggio, icona indiscussa della carita' e paladino dei poveri, erano in molti ad aspettarsi dal Vaticano un comunicato ufficiale anche se non e' escluso che nei prossimi giorni possa essere diffuso il testo di un telegramma o di un messaggio del Papa. Benedetto XVI potrebbe ricordare l'Abbe' Pierre mercoledi' all'udienza generale, magari nei saluti ai pellegrini francesi. Intanto sembra che l'Osservatore romano abbia dato rilievo alla notizia della morte nell'edizione odierna. A titolo personale il cardinale Roger Etchegaray esprime dolore e grande stima per un ''grande apostolo del Vangelo''. Il cardinale era tra le pochissime personalita' d'Oltretevere ad avere rapporti continui e profondi con l'Abbe' Pierre. Etchegaray quando era semplice vescovo a Marsiglia ha lavorato con lui su alcuni progetti a favore degli emarginati, imparando ad apprezzarne doti umane e profetiche: ''Viveva tra i poveri e per i poveri - ricorda - senza se e senza ma''. Il motivo di tanta cautela da parte delle gerarchie vaticane nel commentare la scomparsa del religioso, sembra trovare spiegazione nelle parole di Renzo Fior, presidente di Emmaus internazionale. ''L'Abbe' Pierre aveva rapporti rispettosi col Vaticano che pero' non gli impedivano di essere franco nelle sue posizioni. Nutriva un grande amore per la Chiesa ma aveva il coraggio nel mantenere le posizioni''. Tutta l'esistenza dell'Abbe' Pierre e' stata venata di provocazioni scomode ma anche di polemiche a distanza con l'autorita' ecclesiastica. Promotore di battaglie civili, una decina d'anni fa prese carta e penna per scrivere a Giovanni Paolo II, e contestargli di spendere troppi soldi per i viaggi internazionali. ''Che spreco. Quale e' l'immagine del Vangelo?'' scriveva al Pontefice, con il quale celebro' una Messa durante uno dei suoi viaggi a Roma. L'ultima bordata risale a due anni fa con un libro di memorie. Sfidando nuovamente la gerarchia cattolica torno' a perorare la causa delle riforme in seno alla Chiesa ma ammise anche di avere violato il proprio voto di castita'. Esorto' anche ad aprire al sacerdozio femminile, a porre fine al divieto di matrimonio per i preti, a elargire l'eucaristia ai divorziati, a consentire le unioni tra omosessuali, seppure senza concedere loro il diritto d'adozione. Il libro fu una doccia gelata per il Vaticano che come tutta risposta a tanto clamore sui mass media, oppose un gelido silenzio. Di Papa Ratzinger, all'indomani della sua elezione, l'Abbe' Pierre diceva di riporre fiducia in un ''uomo di cosi' grande intelligenza e sensibilita' anche se la funzione molto particolare che ha svolto per tanti anni non lasciava affatto trasparire questa bonta' di cuore''. Mentre Ratzinger, da cardinale, in una intervista rilasciata nel 1997 ad un settimanale francese affermava di ''ammirare il suo impegno verso i poveri e gli emarginati''. L'Abbe' Pierre attendeva con ansia di potere conoscere l'ex Guardiano del Sant'Uffizio ma il tempo ha giocato a sfavore. (ANSA).

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