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(ANSA) - TEHERAN, 22 APR - E' partita ieri, con il fermo di alcune ragazze a Teheran, una campagna a lungo preannunciata dalle forze dell'ordine iraniane volta ad imporre un maggiore rispetto dell' 'hejab', l'abbigliamento islamico, sempre meno osservato negli ultimi anni da molte giovani donne nelle grandi citta'. I quotidiani riformisti Etemad ed Etemad Melli pubblicano oggi in prima pagina grandi fotografie, evidentemente 'rubate', di due donne poliziotto in chador nero che fermano in una strada della capitale una ragazza con un corto impermeabile bianco e un foulard colorato sulla testa. Gli scatti sono accompagnati da articoli in cui si mette velatamente in dubbio l'opportunita' di tali azioni. Il giornale ultraconservatore Keyhan manifesta invece tutto il suo appoggio all'iniziativa. ''Generale, siamo con lei'', recita un titolo rivolto al capo della polizia, Ahmadi Moqaddam. In una dichiarazione riportata da Etemad, il deputato conservatore Mohammad Taghi Rahbar afferma che il poco rispetto dell'abbigliamento islamico ''mina le basi della famiglia'', poiche' ci sono ''uomini che vedono per strada ragazze vestite come modelle e poi tornano a casa e non guardano nemmeno la moglie''. Le autorita' hanno avvertito che le ragazze che non rispettano i dettami dell'abbigliamento islamico saranno dapprima condotte in un centro di polizia dove dovranno firmare un impegno a ''cambiare comportamento''. Se recidive, potranno essere arrestate e sottoposte a processo. La regola vuole che in Iran le donne locali e le straniere quando sono in pubblico tengano il capo e tutto il corpo coperto, fino alle caviglie, con indumenti che non lascino intravedere le forme. In realta' nei 28 anni trascorsi dalla rivoluzione islamica l'applicazione della legge e' diventata sempre meno severa e oggi e' diventata una moda per molte ragazze della capitale lasciare uscire gran parte dei capelli da sotto foulard sriminziti e indossare soprabitini corti e attillati dai colori vivaci che accentuano le curve e lasciano vedere avanbracci e polpacci. (ANSA).
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